L’attesa del raggio verde

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Il romanzo di Vittorio L’attesa del raggio verde scritto fino all’ultimo giorno, non è un libro fatto per essere spiegato con un discorso breve. È un viaggio che evidentemente si svolge nel momento storico attuale, un momento in cui l’individuo perde i punti di riferimento consolidati e prova il “rischio della perdita” come dice De Martino ne “Il mondo Magico”. È la storia di Alfeo e del suo viaggio alla ricerca di quel raggio verde che rappresenta il momento culminante della scoperta di sè all’interno di un’umanità corale.

Alfeo è un giovane all’ingresso della maturità che ha perso la madre, la sua comunità adolescenziale e ha rinnegato il padre padrone, rappresentante di un mondo basato sul denaro e la violenza, il mondo del “TU DEVI” entro l’involucro sociale di chi conta e di chi con qualche ruolo “rappresenta il progresso”. Ha visto il disgregarsi di una struttura economica, politica e sociale fino al suo completo dissolvimento.

Per Alfeo inizia il cammino che non ha una direzione precisa, “un andare a caso non importa dove”, ma con l’obiettivo di cercare e ritrovare un mondo con l’armonia passata da compiere nel futuro.

Ma per questa rivelazione ci vuole l’incontro, la comunicazione, il ritrovarsi con i “Suoi” divenuto simbolo di una rinnovata comunità umana “credente ma capace ancora del dubbio”.

Tutto il cammino di Alfeo ha un andamento musicale, come nella musica la sua ricerca è un susseguirsi di fughe e ritorni, di crescendo e diminuendo, di apertura alla gioia e sprofondamento nella solitudine.

I vari temi ritornano continuamente variati d’intensità e ritmo.

Tutto questo intreccio a volte labile a volte intenso, è condotto con pacata ma sotterraneamente intensa passione. Ed è questa la cifra stilistica della scrittura del romanzo.

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Alla presentazione de L’attesa del raggio verde: Gabriella Macucci relatrice, Luca Biagini e Barbara Lo Gaglio lettori

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